I “Fioretti” di S. Francesco

CICLO DI AFFRESCHI CHE ILLUSTRANO EPISODI DEI “FIORETTI DI SAN FRANCESCO”

raccontati nel capitolo intitolato:

“DELLE SACRE SANTE STIMATE DI SANTO FRANCESCO E DELLE LORO CONSIDERAZIONI”

I "Fioretti" di San Francesco“Essendo santo Francesco molto indebolito del corpo, tra per l’astinenza grande e per le battaglie del demonio, volendo egli col cibo spirituale dell’anima confortare il corpo, cominciò a pensare della ismisurata gloria e gaudio de’ beati di vita eterna; e sopra ciò incominciò a pregare Iddio che gli concedesse grazia d’assaggiare un poco di quello gaudio; e istando in questo pensiero, subito gli apparve un Agnolo con grandissimo isplendore, il quale avea una viola nella mano sinistra e lo archetto nella diritta; e stando santo Francesco tutto istupefatto nello aspetto di questo Agnolo, esso menò una volta l’archetto in su sopra la viola; e subitamente tanta soavità di melodia indolcì l’anima di santo Francesco

I "Fioretti" di San Francesco“E appressandosi a pie’ del sasso proprio della Vernia, sì piacque a santo Francesco di riposarsi una volta sotto a una quercia che era in sulla via, ed evvi ancora; e istando sotto ad essa, santo Francesco cominciò a considerare la disposizione dello luogo e del paese; e istando in quella considerazione, eccoti venire una grande torma di diversi uccelli, li quali con cantare e con battere l’ali mostravano tutti gramdissima festa ed allegrezza; e attorniarono santo Francesco in tale modo, che alquanti se li puosono in sul capo, alquanti in sulle spalle, alquanti in sulle braccia, alquanti in grembo e alquanti a’ pie’ d’intorno. Vedendo questo i suoi compagni e il villano e meravigliandosi, santo Francesco tutto allegro in ispirito disse così: “Io credo, carissimi fratelli, ch’al nostro Signore Gesù Cristo piace che noi abitiamo in questo monte solitario, poiché tanta allegrezza ne mostrano della nostra venuta le nostre sirocchie e fratelli uccelli”.

I "Fioretti" di San Francesco“E giunti che furono a mezza la salita del monte, perch’era il caldo grandissimo e la salita faticosa, a questo villano sì dà la sete grandissima, in tanto che cominciò a gridare dopo santo Francesco, dicendo: “Oimè! Che io mi muoio di sete; chè se io non ho qualche cosa da bere, io trafelerò immantanente”. Per la quale cosa santo Francesco iscende dall’asino e gittassi in orazione; e tanto sì stette ginocchioni con le mani levate al cielo, che conobbe per rivelazione che Iddio l’’veva esaudito: E allora disse al villano: “Corri , va’ tosto a quella pietra, e quivi troverai l’acqua viva la quale Cristo in questa ora, per la sua misericordia, ha fatta uscire da quella pietra”. Corre costui a quello luogo che santo Francesco sì gli era mostrato, e trova una fonte bellissima, per virtù della orazione di santo Francesco prodotta dal sasso durissimo, e bevvene copiosamente e fu confortato”.

I "Fioretti" di San Francesco“Santo Francesco cominciò a contemplare devotissimamente la passione di Cristo e la sua infinita carità. E crescea tanto il fervore in lui della divozione, che tutto sì si trasformava in Gesù, e per amore e per compassione. E istando così infiammandosi in questa contemplazione, in quella medesima mattina e’ vide venire dal cielo uno Serafino con si ali risplendenti e affocate; il quale Serafino con veloce volare appressandosi a Santo Francesco, sì ch’egli il potea discernere, e’ conobbe chiaramente che avea in sé l’immagine d’uomo crocifisso, e le sue alie erano così disposte che due alie si distendeano sopra il capo, due se ne distendeano a volare e l’altre due si copriano tutto il corpo. In questa apparizione mirabile tutto il monte della Vernia parea ch’ ardesse di fiamma isplendidissima, la quale risplendeva e illuminava tutti li monti e le valli d’intorno, come se fosse il sole sopra la terra.”

I "Fioretti" di San Francesco“E’ da sapere che, da poi che ‘l vero amore di Cristo ebbe perfettamente trasformato santo Francesco in Dio e nella vera immagine di Cristo crocifisso, e avendo compiuto la quaresima di quaranta dì a onore di santo Michele Arcangiolo in sul santo monte della Vernia; dopo la solennità di Santo Michele discese del monte l’angelico uomo di santo Francesco, con frate Lione e con uno divoto villano, in sul cui asino egli sedea a cagione che per li chiovi dei piedi egli non potea bene andare a piede (…) udendo la gente della contrada ch’egli passava, tutti traevano a vederlo e uomini e femmine, piccoli e grandi, li quali tutti con grande divozione e desiderio s’ingegnavano di toccarlo e di baciargli le mani.”

I "Fioretti" di San Francesco“Passò santo Francesco per lo borgo a Santo Sepolcro; e innanzi che s’appressassi al castello, le turbe del castello e delle ville gli si feciono incontro, e molti di loro gli andavano innanzi co’ rami d’ulivi in mano, gridando forte: “Ecco il santo, ecco il santo!” e per divozione e voglia che le genti aveano di toccarlo faceano grande calca e pressa sopra di lui. Ma egli andando con la mente elevata e ratta in Dio per contemplazione, quantunque e’ fusse toccato o tenuto o tirato, a modo che persona insensibile non ne sentì niente di cosa che intorno a sé fosse fatta o detta, né eziandio s’avvide ch’e’ passasse per quello castello né per quella contrada.”

I "Fioretti" di San FrancescoDisse Frate Francesco ai frati che chiedevano di andare a Santa Maria degli Angeli: “Dal nostro partire quinci io acconsento a piacermi: ma trovate modo di portarmi, imperò ch’io per la infermità non posso andare”. Allora li frati lo presono a braccia e sì ‘l portarono, accompagnati da molti cittadini. E giunsero a uno spedale ch’era nella via, santo Francesco disse a quelli che ‘l portavano: “Ponetemi in terra e rivolgetemi verso la città”. E posto che fu con la faccia verso Ascesi, egli benedisse la città di molte benedizioni, dicendo: “Benedetta sia tu da Dio, città santa, imperò che per te molte anime si salveranno e in te molti servi di Dio abiteranno e di te molti saranno eletti al reame di vita eterna”. E dette queste parole, si fece portare oltre, a Santa Maria degli Angeli.

San Francesco è il Santo che forse più di ogni altro ha guardato a Cristo Crocifisso ed ha irradiato il suo amore. Come mostra l’affresco nel riquadro centrale alla sommità della volta, San Francesco ha ricevuto le stigmate così da portare sul suo corpo il segno tangibile della piena conformazione a Gesù Crocifisso. (cfr Filippesi 2, 1). (nota 12)

Questo ciclo di affreschi si deve alla munificenza di Margherita Sangalli Carpani che ha voluto nel 1574 circa, far decorare la preesistente Cappella di San Giovanni e San Francesco. (nota 13)

L’esistenza della devozione a San Francesco è attestata anche dall’affresco trecentesco che si trova a sinistra della Cappella e che raffigura appunto San Francesco (cfr. foto a lato). Anche nei lacerti degli antichi affreschi che si trovano nella cappella successiva è riconoscibile San Francesco che riceve le stigmate.

Il ciclo di affreschi che è nella cappella del Crocifisso è ritornato al primitivo spendore grazie al restauro operato da Domenico Cretti. Grazie a questo restauro si è potuta ricuperare anche la finissima decorazione delle cornici dei riquadri degli affreschi e delle lesene che contornano la cappella.

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