Note

Nota 1

Di questo Prevosto, il primo della Lodi nuova e forse l’ultimo dell’antica, si ha un atto del 24 dicembre 1159, col quale Guifredo prevosto di San Geminiano, Guifredo prevosto di San Lorenzo e Bonomo prevosto di San Paolo, eletti arbitri da Alberico Vescovo di Lodi, vengono a definire una questione con Taide, abbadessa del Monastero di San Giovanni di Lodi, circa diverse prestazioni dovute dal Monastero stesso ai Vescovi di Lodi. L’atto è scritto da Acerbo Morena di Ottone, messo del re Corrado 11 (Cod. dipl. Laud. p.2 Vol.1 p.8.)

Nota 2

Scrive Defendente Lodi : “Del capitolo dei canonici (di san Lorenzo) la più antica menzione che si vegga pei tempi della città nuova, è dell’anno 1258, un secolo in punto scorso del primo anno della edificazione sua. Il giorno 28 Aprile di quest’anno, a rogito di Anselmo Melese, si compilarono alcuni statuti di questo capitolo. Erano presenti nella propria canonica Uberto Forti, preposto, Tomaso d’Achillei, Oldrado Scutario, Ardesio de Spini, Bassano Cascia, e Riccardino de Vistarini, canonici. Fra diverse prescrizioni si stabilì che il numero dei canonici fosse non meno di sette compreso il Proposto; che tutti fossero attualmente sacerdoti, in ciò disponendo il Vistarino, con che s’obblighi, arrivato all’età competente, di promoversi al sacerdozio; che vacando per morte di uno di essi ne sostituisse un altro. Si confermarono tutte le consuetudini, privilegi e statuti vecchi già approvati dalla Sede Apostolica”.
Un aggiornamento degli statuti fu dato nel 1339 da Guglielmo Corbetta dell’Ordine degli Umiliati preposto di Brera, Vicario Generale dell’Arcivescovo di Milano e visitatore apostolico in Lodi.
Annota ulteriormente Defendente Lodi:
“Gli ultimi statuti che hoggi sono in osservanza furono stabiliti a’ 4 di Novembre 1473 da Pietro Modignano proposto, Bassano Vailato, Tomaso Batagio, Matteo Morgano, Giacomo Restino, Pietro Precacesa e Romano Barni, canonici (parte dei quali erano anche canonici della cattedrale). V’intervenne il consenso e la presenza di Leonardo Stadiano, Vicario generale di Mons.Vescovo Pallavicini; dove rinuntiando ad alcune liti che erano ivi passate fra i canonici ed i proposti, convennero e si aggiustarono in 20 statuti, rogatore Bassiano Brugazzi. Confirmati poscia da Sisto IV con Breve dato sub Anulo Pescatoris a 22 novembre dell’istesso anno. In essi è singolarmente provvisto al numero e ordine della celebrazione delle messe, salario dell’organista, depositario dei frutti della comunanza, che di quei tempi era Giovanni Andrea Lodi, gentilhuomo della stessa parrocchia.”

Nota 3

Don Roberto Vignolo ci ha aiutato a cogliere la valenza religiosa del dipinto con una magistrale lectio il 21 Dicembre 1999. E’ stata pubblicata nel primo numero del 2000 di “Comunità in dialogo”

Nota 4

I Parroci di San Lorenzo accolsero e attuarono con particolare sollecitudine e convinzione la riforma tridentina. Il manoscritto conservato nell’archivio parrocchiale, intitolato: “Catalogo dei Preposti della Collegiata di San Lorenzo”, redatto alla fine del 1800, con notizie storiche sui singoli Preposti desunte da documenti di archivio, dice che Matteo Camola seguì i primi Concili Provinciali promossi da San Carlo Borromeo. Lo stesso manoscritto riferisce che nei documenti dei suddetti Concili, si trova asseverata la disposizione che la possessione Camola viene lasciata alla Collegiata di San Lorenzo. Il successore Michelangelo Magnani (1578-1584) ebbe modo di seguire due Concili Provinciali presieduti da San Carlo Borromeo 1579-1582. Gerolamo Vitelloni Preposto dal 1584 al 1592, fu Vicario Civile di San Carlo Borromeo ed anche Canonico di Sant’Ambrogio di Milano.
San Carlo Borromeo stesso fu interessato ai lavori di riforma nella Chiesa di san Lorenzo. Mario Marubbi in un suo articolo apparso in Archivio Storico Lodigiano, anno 1995, “Una proposta lodigiana per Giovanni da Monte”, mostra che Giovanni da Monte, pittore cremasco, assai quotato in Milano, fu chiamato nel 1567 a San Lorenzo per intervenire con alcune modifiche alla decorazione pittorica dell’abside di San Lorenzo rese necessarie dopo la decorazione con gli stucchi operata da Antonio de Ascona. Egli ritoccò l’affresco di Callisto Piazza, ma il Preposto Matteo Camola non condivise l’intervento e lo accusò di avere rovinato il dipinto di ”Calistum de la Platea pictorem excellentissimum et famosissimum” Ne nacque un contenzioso per cui Giovanni da Monte ricorse al Cardinale di Milano Carlo Borromeo perchè intervenisse a suo favore nella contoversia. Il Cardinale poi scrisse al Vicario Generale di Lodi per comporre la questione.

Nota 5

Il cartiglio sulla colonna di sinistra riportala data e l’autore: 1565 – ANTONIUS- ABUNDIUS – DE ASCONA – F.

Nota 6

“L’altare maggiore era circondato da inferriate eseguite da Giovanni Paolo Vimercate di Milano nell’anno 1587 e da gradini per i quali si spesero 25 scudi d’oro”. Ne dà notizia G.Agnelli sulla base di un documento da lui consultato nell’Archivio della Collegiata di San Lorenzo. (G Agnelli, Le Chiese di Lodi, A.S.L. 1898 pag 140

Nota 7

Dietro l’altare vi è una iscrizione a ricordo della consacrazione fatta nel 1715 che dice:

Nota 8

Nel 1583 il Capitolo dei Canonici poteva disporre di un reddito annuo di 2500 lire cfr Marco Bescapè, Storia della diocesi di Lodi, pag 256

Nota 9

Cfr L’ appendice al Catalogo dei Preposti conservato nell’archivio parrocchiale.

Nota 10

ANGELO BERSANI DOSSENA, nato a Paullo lodigiano il 23 aprile 1835, si trasferì ancor fanciulletto con la famiglia a Lodi. In questa Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo il 1° novembre 1845 vestì l’abito ecclesiastico e nel settembre 1857 celebrò altresì la prima Messa. Fu mandato coadiutore a Cornogiovine, ma nel 1862 gli era tosto affidato il delicato ufficio di Direttore Spirituale nel Seminario Diocesano. Nel 1864 fondò il periodico Il Buon Pastore, del quale fino alla morte tenne la direzione, rendendolo coi suoi scritti oratori, pieni di dolce, insinuante eloquenza e di nobile perspicua popolarità, assai pregiato e ricercato. Nel 1868 da Pio IX di s.m. fu insignito del titolo di Prelato domestico e andò Prevosto a Mulazzano. Fu anche nominato Rettore del Seminario e Vicario Generale; ma tali cariche non tenne che breve tempo senza rinuncia alla Parrocchia. Promosso dal Vescovo Gelmini a Prevosto di questa Parrocchia, vi fece il suo ingresso nell’Aprile 1874. Il 30 marzo 1875 veniva preconizzato Vescovo titolare di Patara e coadiutore del Vescovo di Lodi con iure successione, e l’11 aprile dello stesso anno, Domenica II^ dopo Pasqua, veniva consacrato nella nostra Cattedrale dall’Arcivescovo di Milano Luigi Nazzari dei Conti di Calabruna, cui era carissimo, assistito dal Vescovo Sabbia di Crema e dal Vescovo Valsecchi coadiutore di Bergamo. Solenne l’accoglienza che ebbe il pomeriggio di quel giorno nel suo ritorno in parrocchia. Nel 1880 il Vescovo Gelmini, per avere più pronta e vicina la sua assistenza, lo chiamava ad abitare un appartamento nel lato meridionale dell’Episcopio. In Parrocchia a far le sue veci lasciava il coadiutore Ferdinando Dolcini, già antecedentemente nominato Vicario Parrocchiale. Nel 1885 coll’aiuto di pie persone che avevano compreso il suo pensiero e secondavano lo slancio del suo cuore caritatevole, inaugurò l’Istituto detto di Santa Savina per ospitare principalmente le persone congiunte o addette per servizio ad ecclesiastici, rimasti per la morte di questi senza appoggio e senza mezzi sufficienti di esistenza. La notte avanti la solennità di Pentecoste del 1887, dopo aver scritto l’omelia che doveva recitare nel solenne pontificale del giorno seguente, si mise febbricitante a letto, nè più si rialzò. Moriva il 12 giugno 1887, fra il cordoglio sincero dell’intera città che, apprezzando le sue eccelse doti di mente e di cuore, mal sapeva rassegnarsi alla perdita gravissima ed immatura. E veramente fu uomo di mente eletta, di carattere mitissimo, di cuore tenero, compassionevole, eminente per virtù sacerdotali, dotto e colto, dalla parola affettuosa soavemente trionfatrice. (Cfr Catalogo dei Preposti di San Lorenzo – Archivio Parrocchiale)

Nota 11

cfr l’elenco dei Preposti pubblicato a pag 33.

Nota 12

Il ciclo degli affreschi illustra episodi narrati dai Fioretti di San Francesco nella sezione che racconta il viaggio compiuto da San Francesco a La Verna e il suo ritorno a Santa Maria degli Angeli. La sezione si intitola “DELLE SACRE SANTE ISTIMATE DI SANTO FRANCESCO E DELLE LORO CONSIDERAZIONI.

Nota 13

Ciò è attestato da Giovanni Agnelli (Chiese di Lodi, A.S.L. 1898 pg.132)

Nota 14

Scrive G. Agnelli, in “LE CHIESE DI LODI, SAN LORENZO, A.S.L. 1898 pg.123: “La chiesa non aveva cappelle laterali, l’altare grande era posto in fondo al coro attuale, e una cappelletta in fondo alla navata di sinistra serviva di Sacrario. Le cappelle laterali vennero erette in seguito, contro le pareti,, senza sfondo: inconveniente gravissimo stante la ristrettezza delle navate, e la relativa angustia del tempio stesso; a togliere questo ingombro delle cappelle od altari laterali si pensò di sfondare le pareti tanto verso la canonica quanto verso strada, svisando il primitivo disegno; verso strada per conseguenza scomparvero le sporgenze dei pilastri e dei contrafforti, e lo spazio intermedio fu occupato dal nuovo muro colla relativa nicchia, o icona, con l’addossata mensa e relativo riparo in ferro od in marmo.”

Nota 15

Scrive G. Agnelli (op. cit. pag 132):
“L’organo, che prima stava di fianco all’altare maggiore di rimpetto alla porta laterale, fu trasportato in capo alla Chiesa, sopra la porta maggiore; in questa occasione, avendosi dovuto otturare l’occhio della facciata, per dare luce alla chiesa si aprirono in alto, verso mezzogiorno, delle finestre in forma di mezzaluna; pure in questo tempo si eressero due pronai o capitelli, uno verso strada, davanti alla portina, e l’altro sulla facciata, anche allo scopo di sostenere un camerino pei mantici dell’organo. (Cfr G. Agnelli, “Le chiese di Lodi, San Lorenzo” A.S.L. 1898 pg.132.

Nota 16

Ci attesta questo la guida della Regia Città di Lodi, 1833 pag. 22-24.

Nota 17

Purtroppo l’organo da qualche decennio non è più funzionante e abbisogna di un radicale restauro. Speriamo che qualche generosa e provvidenziale sponsorizzazione consenta di far risuonare ancora le note dell’organo dei Maestri Cavalli che avevano il loro laboratorio proprio nella nostra Parrocchia nell’attuale via Nino dall’Oro.

Nota 18

Sono conservati in Archivio di Stato, Fondo di religione, cart. 4786 .
La cartelletta che racchiude gli statuti porta come dicitura:
Statuti dela scolla dela Concepz.ne del B.V.M
eretta nella Giesa di s.to Lorenzo di Lodi

Nota 19

In basso, a sinistra, è la firma BERNARDINUS CAMPUS CREMONENSIS FACEBAT MDLXXIIII

Nota 20

Maria oltre ad essere la Madre di Gesù, è anche madre e modello della Chiesa e invita ad avere i suoi sentimenti verso l’umanità sofferente, invita a consolare, a dare speranza, a lenire le sofferenze altrui, ad asciugare le lacrime degli afflitti.

Nota 21

cfr Giovanni Agnelli, LODI E IL SUO TERRITORIO, pag 234“

Nota 22

Santa Francesca Cabrini aveva chiesto udienza al Vescovo di Lodi Mons. Gelmini, per manifestargli la sua vocazione missionaria. Mentre si stava recando in vescovado per incontrare il Vescovo, passando per via Garibaldi, trovò la chiesa di San Lorenzo aperta, entrò e vista la statua del Sacro Cuore, pregò con tanto fervore. Grazie alla preghiera si sciolsero i dubbi, le apprensioni e i timori che inevitabilmente assalgono nei momenti che si avvertono decisivi per la propria vita. Confortata spiritualmente, andò dal Vescovo con piena fiducia. Quel colloquio fu veramente decisivo, perchè il Vescovo non solo confermò la sua vocazione missionaria, ma la esortò a fondare lei stessa un Istituto di Suore Missionarie che fino ad allora nessuno aveva mai fondato. Le vie della Provvidenza portarono Santa Francesca Cabrini a fondare insieme a sette giovani che aveva conosciuto all’istituto Tondini a Codogno e che avevano condiviso la sua vocazione, a fondare “L’ISTITUTO DELLE MISSIONARIE DEL SACRO CUORE DI GESU’”. Il gruppo entrava il 13 Novembre 1880 nel Convento dei Frat Francescani di Codogno, che il Parroco Mons. Serrati comprò e mise a disposizione della Cabrini per attuare il suo progetto.
Certamente il discernimento e il consiglio del Vescovo Mons. Gelmini fu provvidenziale, ma dobbiamo anche rilevare l’opera nascosta ma altrettanto importante di Mons Angelo Bersani-Dossena. Egli allora pur continuando ad essere Parroco di San Lorenzo, era Vescovo ausiliare di Mons. Gelmini e condivise con Lui la scelta di incoraggiare la fondazione di un Istituto Missionario Femminile e poi di sostenerlo nei suoi sviluppi. E’ da notare che Mons. Bersani Dossena era molto amico del Vescovo di Piacenza Mons. Scalabrini, che come è noto aveva a cuore gli Italiani che numerosissimi allora emigravano all’estero. La prima missione in America della Cabrini fu con i Sacerdoti di Mons. Scalabrini.

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